Nel 2022, le relazioni tra Stati Uniti e Cina hanno subito alcuni significativi cambiamenti. In primo luogo, gli Stati Uniti hanno cercato di limitare il sostegno pratico della Cina alla Russia, facendo in modo che il rapporto tra questi due paesi assumesse maggiore importanza per la loro strategia. Inoltre, gli Stati Uniti hanno adeguato i parametri del loro approccio al controllo delle esportazioni di semiconduttori avanzati, una decisione che avrà ripercussioni sull’intera industria tecnologica cinese. Inoltre, il tema di Taiwan è tornato alla ribalta delle relazioni bilaterali a causa delle preoccupazioni degli Stati Uniti per un possibile intervento militare cinese e della forte reazione di Pechino alla visita della speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi. Tutto ciò ha portato al primo vertice di persona tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, durante il quale entrambi i paesi hanno cercato di “gettare le basi” per un rapporto che sembrava essere in pericolo di deteriorarsi.
È probabile che le tendenze attuali continueranno anche nel 2023. La nuova strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha messo in evidenza il fatto che l’Atlantico e l’Indo-Pacifico sono due regioni sempre più interconnesse, e che la Cina è presente in modo implicito in molte delle decisioni statunitensi sugli impegni in Europa e in particolare in Ucraina. Gli Stati Uniti stanno anche cercando di trarre insegnamenti dal conflitto per prepararsi a possibili sviluppi riguardanti Taiwan.
La decisione degli Stati Uniti sui semiconduttori è solo il primo passo di una serie di misure di sicurezza nazionale ed economica rivolte alla Cina. È probabile che ci saranno ulteriori misure in aree come gli investimenti esteri, e che questi stessi principi saranno applicati anche in altri campi, come l’informatica quantistica e la biotecnologia. Taiwan rimarrà un punto di attenzione importante sia per gli Stati Uniti che per la Cina, poiché gli Stati Uniti mostrano crescenti preoccupazioni per le manovre della Cina per costringere Taiwan a cambiare lo status quo nello Stretto di Taiwan. Tuttavia, come evidenziato dal vertice di Bali, c’è speranza che ci sia maggiore cooperazione tra le due parti per gestire queste sfide.
Durante la pandemia, i rapporti tra Cina e Stati Uniti sono stati ridotti al minimo, ma si prevede che riprenderanno una forma più simile alla normale diplomazia delle grandi potenze. Tuttavia, il margine di manovra per una cooperazione significativa è ancora considerato limitato. Per l’Europa, questi sviluppi comportano la necessità di non fraintendere gli interessi delle relazioni USA-Cina e della politica estera cinese. Il recente vertice tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden non ha segnato un nuovo impegno più profondo o un cambiamento di approccio da parte di entrambe le parti, ma si è concentrato essenzialmente sulla gestione responsabile delle dinamiche competitive e conflittuali all’interno del rapporto tra i due paesi. Inoltre, non si tratta di un ritorno ai vertici dell’amministrazione Trump, ma piuttosto, come è stato descritto da alcuni, del primo vertice della prossima Guerra Fredda.
Il Partito Comunista Cinese, guidato da Xi Jinping, ha espresso chiaramente la volontà di combattere non solo contro gli Stati Uniti, ma anche contro le democrazie liberali, con l’obiettivo di dividerle. Ciò non significa che la Cina voglia rivedere i suoi rapporti con la Russia, ancora considerata un alleato importante in questa lotta globale. Al contrario, la Cina continuerà a promuovere relazioni economiche internazionali che rafforzino la dipendenza di altri paesi dalla Cina e nello stesso tempo riducano la dipendenza della Cina dal resto del mondo. Nonostante i leader europei affermino di non volere il disaccoppiamento dalla Cina, questo è esattamente ciò che Pechino sta cercando di ottenere, tranne in alcuni casi specifici in cui ritiene di avere bisogno di tecnologie specifiche o di trarre vantaggi politici.
Inoltre, la situazione tra Cina e Taiwan diventerà sempre più rischiosa dopo il 2023, in particolare in vista delle prossime elezioni taiwanesi, rendendo ancora più importante che l’Europa faccia la sua parte per contrastare eventuali piani di guerra della Cina. Attualmente, l’Europa rischia di essere in difficoltà su diversi fronti e di diventare sempre più dipendente dalla Cina, indebolendo la propria influenza su questo paese asiatico a causa della mancanza di collaborazione efficace con altri partner e di coesione all’interno dell’Unione Europea, oltre all’incapacità di influenzare le decisioni degli Stati Uniti su questioni come il controllo della tecnologia e i sussidi industriali a causa della mancanza di attenzione a queste tematiche. Nel 2023, l’Europa non potrà più ignorare queste questioni cinesi, che diventeranno urgenti.