Appendice all’articolo “La coercizione economica della Cina: lezioni dalla Lituania“ del 06 maggio 2022.
I 14 punti dell’ambasciata cinese che descrivono una serie di difficoltà con il governo australiano, sono raccolti in un documento redatto nel Novembre del 2020, consegnato alla stampa australiana dall’ambasciatore Wang Xining.
La lista senza titolo, che un funzionario dell’ambasciata ha consegnato a Jonathan Kearsley, giornalista politico federale di 9News, durante un incontro all’Hyatt Hotel di Canberra, l’ambasciata cinese, quindi la Cina, lamentava il blocco da parte dell’Australia delle delle proposte di investimento estero cinesi “per motivi poco chiari di sicurezza nazionale”.
Ha accusato l’Australia di “incessante ingerenza sfrenata negli affari cinesi dello Xinjiang, di Hong Kong e di Taiwan” e di “aver attaccato la Cina in alcuni forum multilaterali”.
I punti citavano anche le leggi australiane contro l’interferenza straniera che erano viste come “mirate alla Cina”; il finanziamento pubblico di un “think tank anti-cinese”; e l’appello dell’Australia per un’indagine indipendente sulle origini del Covid.
Il documento inoltre citava “l’oltraggiosa condanna del partito cinese al governo da parte dei parlamentari” e affermava anche che i resoconti ostili dei media australiani sulla Cina avevano raffreddato le relazioni bilaterali.