I prezzi stanno lievitando rapidamente in tutto il mondo, suscitando preoccupazione per una possibile ondata di inflazione che potrebbe minacciare l’economia mondiale.Su questo fronte, il governo di Pechino si sta già muovendo per proteggere le sue fabbriche. Sta scoraggiando i produttori interni di acciaio e carbone all’aumento dei prezzi, promettendo un ferreo controllo sulle truffe, sui prezzi e sopratutto sugli accaparramenti.
Nonostante tutto, nel mondo l’apprezzamento è già realtà, la maggior parte dei distributori di abbigliamento a livello internazionale ha operato un rincaro generale del 10% circa e sta subendo un aumento dei costi del 20% circa dovuti all’aumento spropositato dei costi di trasporto legati per lo più al rialzo del costo del petrolio e dei prodotti chimici in generale.
La Cina ha chiare ragioni per temere l’inflazione più di ogni altro stato, per via della sua rapida crescita economica degli ultimi decenni che è stata periodicamente accompagnata da un impennata dei prezzi che ha provocato rabbia in tutto il paese. Le autorità lavorano da anni al controllo dei prezzi tramite dei sussidi per evitare rivolte popolari come quelle di piazza Tienanmen a Pechino nel 1989.
Per alcuni beni infatti, i prezzi stanno aumentando anche in Cina. I produttori di carta ad esempio sono riuscito ad ottenere condizioni tali da poter aumentare i prezzi di 4 volte su prodotti come tovaglioli e carta igienica. Anche il costo dei semi di soia per il tofu stanno schizzando alle stelle.
Il governo cinese ha annunciato i sussidi per le piccole imprese per aiutarle a sostenere i costi crescenti delle materie prime. Sono stati imposti nuovi limiti al commercio di materie prime per evitare accumuli dedicati alle speculazioni ed in fine sono state aumentate le tasse in esportazione su alcuni tipi di acciaio per mantenere più metallo all’interno del paese.
Quello che mi spaventa è il fatto che le misure del governo cinese possono rallentare ma non fermare gli aumenti dei prezzi all’ingrosso, molte aziende cinesi intrappolate tra l’aumento del costo delle materie prime e la rigida linea del governo, stanno sospendendo la produzione o addirittura chiudendo. Dubito che questa situazione possa rimanere stabile nel tempo contando anche il fatto che il renminbi (CNY) si sta apprezzando sempre di più mentre il dollaro e l’euro che stanno producendo un enorme offerta di moneta si stanno indebolendo.
La Cina ha costruito una diga immaginaria per proteggere se stessa e il mercato mondiale, possiamo solo sperare che questa diga regga il più possibile, almeno fino al ritorno a regime della produzione mondiale.